venerdì 21 luglio 2006

S.O.S verde


irrigatore


Siamo nel pieno della canicola estiva e chi può se ne va giustamente in ferie. Ci auguriamo che vi siate preoccupati dei vostri animali domestici, appurando per tempo se potranno accompagnarvi in vacanza; in alternativa avrete senz'altro trovato loro una sistemazione adeguata. E le vostre piante? Ci avete pensato? Spesso siamo così presi dai preparativi per la partenza che solo all'utlimo minuto ci ricordiamo di loro. Spesso ci affidiamo alla buona sorte (magari piove...) o confidiamo nella loro resistenza.
In realtà solo pochissime piante sono capaci di sopravvivere alle temperature estreme dei nostri balconi senza apporti di acqua: non fate l'errore di pensare "sì, ma sono piante grasse... ma le aromatiche non vogliono tanta acqua..." appunto: non vogliono tanta acqua, ma un po' sì! Specie che in piena terra resistono tranquillamente, se si trovano in vaso in pieno sole e magari su un balcone esposto a sud possono seccare in breve tempo. Non bisogna sottovalutare la forza dei raggi solari: anche le piante possono scottarsi: sulle foglie appaiono vere e proprie bruciature, mentre sulle piante grasse si formano zone secche e infossate che resteranno così per sempre.


Cosa fare quindi? Prima di tutto raggruppate le vostre piante all'ombra o nella zona meno calda (non vicino al muro dove batte il sole per tutto i l pomeriggio, per intendersi). Non lasciate le piante dentro casa con le serrande abbassate: la mancanza di luce farebbe cadere e ingiallire le foglie. MAI spostare al sole piante che fino ad ora stavano all'ombra: lascietele dove sono, anche se vi complica l'organizzazione. Poi, munitevi di un mini impianto di irrigazione: lasciate perdere i gel che dovrebbero assorbire acqua per poi cederla gradualmente, perché se fa troppo caldo e la terra si asciuga velocemente non funzionano come dovrebbero. E anche il sistema della bottiglia di plastica, riempita d'acqua e inserita rovesciata nel terreno, funziona poco: teoricamente, l'acqua dovrebbe scendere lentamente attraverso il tappo forato a bagnare la terra; purtroppo nella bottiglia si forma il vuoto e l'acqua scende solo finché non prevale la pressione interna alla bottiglia. Se state via una settimana o più troverete le piante secche e l'acqua ancora nella bottiglia.


Funzionano molto bene e sono abbastanza economici i coni in terracotta; alla base più larga è collegata una parte in plastica dalla quale parte un sottile  tubicino. Munitevi di un contenitore abbastanza grande e riempitelo d'acqua; le diverse parti devono essere immerse e assemblate sott'acqua, perché non rimanga aria all'interno. Il cono si affonda nel terreno del vaso mentre il tubicino, appesantito all'estremità, resta nell'acqua; man mano che la terra si asciuga l'acqua viene richiamata attraveso i pori della terracotta; attraverso il tubicino l'acqua riempie il cono e passa nella terra. Poichè serve un contenitore aperto e pieno d'acqua è necessario avere l'accorgimento di coprire con una retina l'imboccatura, altrimenti metterete su un allevamento di zanzare. La cessione è graduale, in base al fabbisogno delle vostre amate, e costante. Si possono mettere più tubicini a pescare dallo stesso contenitore, basta organizzare un po' lo spazio, ovviamente senza creare dislivelli eccessivi fra vasi e "serbatoio" d'acqua. 
Chi ha un po' più di disponibilità economica può optare per un vero e proprio impianto di irrigazione casalingo: bastano alcuni tubi muniti di gocciolatori e una presa d'acqua, e per i più precisi una centralina che ne regoli l'apertura. In tutti i casi non è male fare una prova qualche giorno prima della partenza, in modo da tarare al meglio l'impianto e verificare eventuali malfunzionamenti. Soprattutto per un giardino di medie dimensioni l'impianto di irrigazione è un investimento non solo per l'estate, perché garantisce un approvvigionamento idrico ideale in qualunque momento, evitando inoltre di sprecare un bene limitato come l'acqua potabile.


Per chi abita a Firenze e dintorni e ha un giardino, o un orto, da annaffiare durante la propria assenza, può contattarci per usufruire del nostro servizio di annaffiatura estiva: verremo a fare un sopralluogo e vi faremo un preventivo gratuitamente.
Se avete poche piante sul vostro balcone o in casa, potete invece affidarcele: ve le restituiremo in forma al vostro ritorno!
Nel caso invece vogliate approntare un picccolo impianto di irrigazione, potremo aiutarvi a realizzarlo.



Non lasciate seccare il vostro verde!

giovedì 13 luglio 2006

Il gigante a tre teste

Recentemente nell'Orto botanico di Bonn, in Germania il fiore più grande del mondo (Amorphophallus titanum) ha sorpreso ancora una volta tutti dando alla luce tre fiori dallo stesso tubero alti rispettivamente 260, 222, 166 centimetri. La cosa è di per sè straordinaria perchè fiorisce una volta sola nella sua vita e difficilmente in cattività, anche se era già successo ai Kew Gardens di Londra, a Monaco, a Miami, ed anche all'Orto Botanico di Firenze, il 17 giugno 2002.  L'Amorphophallus titanum è un'aracea, scoperta dal botanico fiorentino Odoardo Beccari il 6 agosto 1878 a Sumatra, ha un tubero di circa 1 metro di diametro, una foglia che sembra una palma alta 2 metri e un fiore formato da una spata rossa con al centro uno spadice eretto marrone alla cui base ci sono i fiori veri e propri, maschili e femminili che producono frutti simile a olive rosse.

martedì 11 luglio 2006

Civiltà Contadina



Segnaliamo un'iniziativa di Civiltà Contadina, associazione che si occupa della salvaguardia della biodiversità, dei semi delle antiche varietà e delle tradizioni contadine.
Perché è così importante preoccuparsi delle varietà antiche? In effetti nuove razze delle specie che ci forniscono cibo vengono continuamente selezionate , alla ricerca di varietà sempre "migliori" rispetto alle precedenti.  La selezione della varietà migliore un tempo avveniva su scala locale, attraverso il reimpiego di parte della produzione come semente per l'anno successivo. Attualmente avviene invece su larga scala, e poche varietà che si sono dimostrate produttive nelle migliori condizioni vengono proposte ovunque.  Ciò ha portato da un lato all'aumento della produzione, grazie anche all'impiego di dosi consistenti di concimi, fitofarmaci, irrigazione; dall'altro ha portato all'abbandono della selezione locale. Dov'è il problema?  Il fatto è che una volta perso, il patrimonio genetico non si recupera più.  E se in futuro ci servisse una pianta con determinate caratteristiche  per far fronte a un problema di coltivazione, sarebbe molto più difficile riuscire a ottenerla.

In proposito alle leggi che regolano la vendita, la riproduzione, lo scambio e l'utilizzo dei semi delle varietà di ortaggi e piante non più iscritte negli elenchi ufficiali, Civiltà Contadina promuove una petizione on line per richiedere una maggiore attenzione alle problematiche relative.
Citiamo dal loro sito, che vi consigliamo di visitare



"La regolamentazione del movimento dei semi che si applica in Italia, la stessa per tutte le nazioni europee, mette praticamente fuorilegge ogni seme non iscritto ai registri delle varietà ammesse alla vendita istituiti fin dal 1970. Ma con il passare degli anni dalla istituzione di questi registri, le leggi sono gradualmente diventate più restrittive al punto da non permettere nemmeno lo scambio gratuito di semi fra produttori. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 322 del 9 maggio 2001 rende in effetti impossibile ogni cessione o movimento di semi non registrati; mentre il trattato UPOV91 intacca il diritto di risemina dell'agricoltore, ovvero il privilegio che l'azienda agricola ha di riseminare traendo seme da una parte dei propri raccolti."



Qui la pagina relativa alla petizione.